collezione
giancarlo e danna
olgiati

arte povera

Il termine “Arte povera” viene coniato nel 1967 da Germano Celant e sostenuto durante l’intera sua attività professionale per definire le nuove ricerche emerse nel panorama artistico italiano nella seconda metà degli anni Sessanta. Pur non essendo un vero e proprio gruppo di lavoro, né una corrente artistica, l’Arte povera si è imposta tempestivamente all’attenzione internazionale come la principale avanguardia italiana della seconda metà del XX secolo. Il significato di Arte povera non si può ridurre a una condizione anti tecnologica, artigianale e di povertà di materiale. Attraverso un approccio vitalistico al fare, gli artisti poveristi ampliano l’orizzonte dei materiali e dei procedimenti utilizzati, esaltando le qualità intrinseche della materia, in senso fisico e mentale. La Collezione Olgiati, nel corso di svariati anni, ha acquisito un corpo di importanti opere dell’intero gruppo poverista: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio.