arte povera


Il termine “Arte povera” viene coniato nel 1967 da Germano Celant e sostenuto durante l’intera sua attività professionale per definire le nuove ricerche emerse nel panorama artistico italiano nella seconda metà degli anni Sessanta. Pur non essendo un vero e proprio gruppo di lavoro, né una corrente artistica, l’Arte povera si è imposta tempestivamente all’attenzione internazionale come la principale avanguardia italiana della seconda metà del XX secolo. Il significato di Arte povera non si può ridurre a una condizione anti tecnologica, artigianale e di povertà di materiale. Attraverso un approccio vitalistico al fare, gli artisti poveristi ampliano l’orizzonte dei materiali e dei procedimenti utilizzati, esaltando le qualità intrinseche della materia, in senso fisico e mentale. La Collezione Olgiati, nel corso di svariati anni, ha acquisito un corpo di importanti opere dell’intero gruppo poverista: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio.






Marisa Merz, argilla cruda, pittura oro, cera, su treppiede metallico, 1976
Giovanni Anselmo
Alighiero Boetti
Luciano Fabro
Jannis Kounellis
Mario Merz
Marisa Merz
Giulio Paolini
Michelangelo Pistoletto